Il giardino di guerriglia by Bertola Stefania

Il giardino di guerriglia by Bertola Stefania

autore:Bertola, Stefania [Bertola, Stefania]
La lingua: eng
Format: epub, mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


STORIA DELL’ALBERO ORRIBILE

C’era una volta una Uno rossa che caracollava quasi tutte le domeniche sera da un posto sulla collina attorno a Chivasso a una via del centro di Torino. La guidatrice e le passeggere cantavano, o almeno la guidatrice e una delle passeggere cantavano, mentre l’altra passeggera non cantava mai, tranne una volta che per sbaglio si unì all’esecuzione di Azzurro. La passeggera silenziosa spesso si addormentava, soprattutto le sere d’estate. Le sere d’inverno, invece, l’interno della Uno era maggiormente vigile, e in particolare le domeniche sera di dicembre, a tutte quante piaceva molto guardare gli alberi di Natale lungo la strada, quelli nei giardini, decorati con ghirlande di luci intermittenti. Si notava che l’intermittenza funzionava a coppie, luci verdi-blu, luci gialle-rosse. Alcuni alberi avevano soltanto luci bianche, altri fantasmagoreggiavano di mille effetti accecanti. Erano un bell’accompagnamento fino al momento in cui tutto questo finiva, e iniziavano le vie, gli angoli, le case di sette piani, la città.

E sempre, in quelle domeniche lì, la guidatrice pensava e anche diceva, perché di solito si parlava di tutto quello che passava per la testa durante quei ritorni, che se mai, se mai, volesse il cielo, ah come sarebbe bello, se mai veramente si fosse verificato questo fortunatissimo evento, che lei e loro avessero avuto una casa con un giardino, allora avrebbero fatto un bellissimo albero esterno perché tutti quei viaggiatori che purtroppo per loro abitavano in città e la domenica sera dovevano tornarci, lo vedessero brillare lungo la strada del ritorno, quella che portava all’indispensabile minestrina e al placido sonno della domenica sera.

Ecco, quindi si tratta di mantenere un impegno. Ma perché, già che lo mantengo, non mi impegno un po’ di più e non faccio un BELL’ALBERO ESTERNO? Perché noi umani siamo fatti così, deludenti.

11 gennaio

Cosa c’è di vivo in giardino, l’11 gennaio? La camelia, c’è di vivo. Ha i boccioli. Una delle due. L’altra ne ha pochissimi, le foglie sono verde chiaro, lo capisco da me che virano al giallo, lo capisco che quella camelia non è in gran forma, e pensare che è la titolare, la camelia portata e piantata con tutte le pompe magne da un autentico nonché molto bello giardiniere. L’altra fa parte dell’E.R. piante, è una di quelle che ho salvato da deperimento e morte in un cantuccio della Coop. E lei ha collaborato, e adesso sprizza di salute e boccioli, anche se poi i fiori sono bianchi, niente a che fare con le meraviglie rosa intenso dell’altra, che però già da un paio di anni stenta. Lo so di cosa avrebbe bisogno: di essere concimata. Io, purtroppo per il mio giardino, concimo pochissimo. Non ho mai voglia di andare a La Valletta Riding Club e farmi regalare un pezzetto di quella catena alpina di letame di cavallo che hanno dietro i box. Non ho voglia di trascinare il saccone nero a casa, e distribuire palate di quella roba a tutto ciò che spunta. Ma quest’anno lo farò. Concimerò.

Lo spiego alle camelie mentre mi faccio un giretto in giardino, con il piumino e il berretto di lana e il cappuccio tirato su.



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